Candida vaginale. Quali sono le cause e i sintomi e quali sono i rimedi
L'infezione fungina più conosciuta e maggiormente trattata è la cosiddetta candida o candidosi. Sebbene essa venga generalmente associata all'organo sessuale femminile, è importante evidenziare come possa infettare e proliferare anche in quello maschile. La candida (o candidosi) è un'infezione fungina o micotica provocata dal fungo Candida albicans. Tale fungo è naturalmente presente nel corpo umano; in particolare, ama vivere negli ambienti umidi e caldi, come la bocca, la gola, l'esofago, il tratto gastrointestinale e i genitali (vagina, nella donna, e glande, nell'uomo). Diverse sono le cause scatenanti di questa condizione. Esse infatti possono essere sia indotte involontariamente attraverso abitudini sbagliate del contraente, quali scarsa ingiene intima o uso di detergenti non di qualità, sia scaturite da malattie più o meno celate, quali il diabete o l'AIDS.
Cause della candida vaginale
Lo sviluppo della candida trova un ottimo terreno di coltura in ambienti acidi come quello vaginale, in cui prevalgono i fenomeni di tipo fermentativo.
Sono state identificate alcune condizioni predisponenti che, proprio attraverso l'alterazione dell’ecosistema, favoriscono lo sviluppo e la comparsa dei sintomi tipici dell'infezione:
- alcune modificazioni fisiologiche in cui si verifica un aumento di estrogeni (fasi premestruali, gravidanza, terapia sostituiva ormonale in post menopausa). Gli estrogeni svolgono un ruolo fondamentale nello sviluppo della candida in quanto responsabili dell’incremento del glicogeno vaginale, uno zucchero importante per il metabolismo della candida.
- Malattie metaboliche (quali il diabete), diete ricche di zuccheri, alcuni farmaci (quali cortisone e antibiotici) che alterano direttamente la flora batterica vaginale. Questo tipo di infezione si riscontra frequentemente anche nel caso di uso di contraccettivi orali.
- Abitudini personali molto spesso possono alterare l’ecosistema vaginale: abusi alimentari, alimentazione ricca di lieviti (pizza, pane, biscotti, cracker, dolci lievitati) e zuccheri (vino e alcolici); cambiamento di regime alimentare, strapazzi fisici (l’uso frequente della bicicletta o della moto), viaggi, particolari situazioni stressogene e, infine, una propensione individuale su base genetica.
Sintomi
I sintomi generalmente associati alla candida sono: prurito e perdite vaginali, che tuttavia non sono aspetti specifici di candidosi vaginale. Un modo efficace per sapere se tali perdite possano quindi identificarsi o meno con l'infezione fungina in questione, sta nell'osservazione di come esse si presentano, sia per colore sia per consistenza.
Le secrezioni vaginali sono di fatto biancastre, dense, “a ricotta”, non maleodoranti, spesso accompagnate da sensazione di bruciore e/o prurito, talvolta particolarmente intensi non solo a livello vaginale ma anche vulvare.
I sintomi risultano accentuati durante i rapporti sessuali (dispareunia). Può essere presente anche bruciore durante la minzione (disuria) come conseguenza dell’irritazione vulvare e di una eventuale irritazione dell’uretra.
L’esame clinico della vulva evidenzia:
- arrossamento cutaneo (eritema),
- gonfiore (edema) con possibile presenza di lesioni papulose (lesioni cutanee rilevate tondeggianti, di colore rossastro delle dimensioni inferiori al millimetro di diametro) o pustolose (analoghe alle lesioni papulose ma a contenuto liquido).
Inoltre in sede vulvare e soprattutto vaginale si possono evidenziare delle placche bianche, solitamente dense e caseose ma a volte anche meno consistenti, quasi acquose, parzialmente aderenti alla mucosa vaginale e al collo dell’utero (evidenziabili in quest’ultimo caso con esame colposcopico).
I sintomi tendono ad accentuarsi una settimana prima dell’inizio della mestruazione e tendono ad esaurirsi con l’arrivo del flusso mestruale.
Mentre in ambito femminile si è parlato di un'infezione principalmente sintomatica, in quello maschile l'asintomaticità è piuttosto diffusa, ben 4 volte in più che nelle donne. La mancanza di segnali nell'uomo della presenza del fungo, accompagnata da rapporti sessuali non protetti è sovente causa di trasmissioni inconsapevoli di micosi.
Candida vaginale recidivante
In circa il 50% delle donne l’infezione da candida è recidivante. I motivi per cui la Candida tende a recidivare sono diversi, tra questi anche la mancata o tardiva diagnosi.
Non di rado i sintomi vengono di fatto sottovalutati dal soggetto interessato (prurito intimo, bruciore). In risposta a tale sottostima la candida recidiva tende a diventare candida ricorrente (o candida cronica.) Il problema sorge non solo quando i sintomi non vengono ricondotti alla candida, ma anche se permangono certe condizioni che indeboliscono il sistema immunitario, quali stress, alimentazione ricca di zuccheri o intolleranze alimentari che creano squilibrio nella flora batterica intestinale. Il rischio è che la candida si insinui sempre più nel nostro organismo abbattendo ulteriormente le difese immunitarie e favorendo la sua proliferazione.
Importante, quindi, porre attenzione alle proprie abitudini alimentari, preferendo cibi con pochi zuccheri e carboidrati, e affidandosi a fermenti lattici e altri integratori per ripristinare l’equilibrio intestinale.
In che modo prevenire la candida
I ginecologi in sede ambulatoriale spesso consigliano diverse e piccole accortezze che, se applicate con costanza e cura, possono aiutare a prevenire il ritorno della candida. A tal proposito basterà:
- usare biancheria di cotone;
- d’estate, in spiaggia, non restare a lungo sulla battigia con il costume bagnato, che può causare un’alterazione delle difese naturali ed esporre ad un maggior rischio di irritazioni;
- dopo ogni bagno di mare, è consigliabile risciacquarsi subito con acqua dolce in modo da evitare irritazioni causate dalla salsedine;
- non sedersi direttamente sulla sabbia per evitare la trasmissione e la crescita di germi nocivi. È bene evitare anche di sedersi sui bordi delle piscine o sulle panche di spogliatoi e sulle assi delle toilette;
- alternare gli assorbenti esterni agli interni per un adeguato comfort intimo. Quando si usa maggiormente l’assorbente interno è consigliabile cambiarlo spesso; non è mai opportuno superare le 6-8 ore tra un cambio e l’altro;
- è consigliabile non lavarsi più di 3 volte al giorno, tranne in caso di mestruazioni (lavarsi a ogni cambio di assorbente) o di intensa attività sportiva.
- Utilizzare sempre asciugamani personali;
- la pulizia delle parti intime deve essere effettuata con detergenti delicati e ben tollerati dalla mucosa. Il detergente ideale è quello liquido con dosatore perché è più pratico, con un pH leggermente acido, testato clinicamente e possibilmente contenente un antisettico. Il pH acido è indispensabile per le donne in età fertile, mentre per le donne in menopausa, post-menopausa e per le bambine è più indicato un detergente con pH più neutro.